Eh si, sono davvero passati 40 anni.
Quando nel 1971 uscì “Volo magico n.1” c'era chi non si era ancora ripreso da “Il viaggio” (1970) e aveva ancora nelle orecchie la musica, ma soprattutto le parole di “La tua prima luna”, quella che:“vedi fuori di casa, sapendo di non tornare”.
Poche canzoni come questa (negli anni più avanti con la stessa intensità e coinvolgimento solo “Ho visto anche gli zingari felici”) hanno saputo cogliere e restituire il momento vero e autentico di un'età e di un'esperienza personale.
Come chi, nell'Italia degli anni Settanta ancora in pieno consumismo e disimpegno giovanile, si trovava a passare dal centro della propria città:
“dove gli amici parlavano ancora di donne e di moto”
e provava dentro di sé un disagio, un sentirsi altro e diverso, un volersi e vedersi lontano, un voler provare:
la gioia di essere riuscito a fuggire di casa
portandoti dietro soltanto la voglia di non tornare.
E c'era chi lo faceva quel passo e le fughe di casa dei giovani erano diventati un problema e avevano guadagnato le prime pagine dei giornali
I più avvertiti in quel long playing rimanevano a bocca aperta anche di fronte ad un brano come “Acqua”, alla sua costruzione musicale duale con il suono in bassa frequenza a significare le necessarie perdite progressive:
“mio fratello con la sua donna misura quel che perderò
io perdo i tuoi discorsi, i perdo i tuoi grandi occhi chiari aperti
io perdo il gusto di una musica che non riesco più a sentire
e con il suono che ritornava in alto frequenza solo con l arrivo dell'acqua e di una nuova saggezza a placare la sete. E allora:
ho bevuto la saggezza antica dei libri vecchi
dell'India dei prati
ho bevuto le armoniche più catastrofiche
i deserti con più silenzi,
i sorrisi.
dell'India dei prati
ho bevuto le armoniche più catastrofiche
i deserti con più silenzi,
i sorrisi.
L'India, l'Oriente, la saggezza antica evocati in quella canzone del 1970 irrompono con tutta la loro forza giusto un anno dopo con “Volo magico n.1”
Arrivano nei testi ma soprattutto nella musica che favorisce lo schiudersi di tante giovani menti in quell'indimenticabile 1971. Qualcosa di mai sentito si sprigionava dalle casse. Altro che acqua. Quelle erano cascate di suoni, di parole e concetti che ti obbligavano a fermarti, a pensare, a porti domande e a ricercare le risposte.
Domande che qualcuno aveva già cominciato a porsi all'ascolto della “Buona novella” di De Andre e di “Due anni dopo” di Guccini, entrambi usciti nel 1970. Ma forte era ancora - per chi allora adolescente - il richiamo di Lucio Battisti che ne 1970 spopolava con l.p. “Emozioni”.
Domande che qualcuno aveva già cominciato a porsi all'ascolto della “Buona novella” di De Andre e di “Due anni dopo” di Guccini, entrambi usciti nel 1970. Ma forte era ancora - per chi allora adolescente - il richiamo di Lucio Battisti che ne 1970 spopolava con l.p. “Emozioni”.
Volo magico n. 1.
1."Volo magico n.1" - [18:33]
2."La realtà non esiste" - [2:11]
3."Giusto amore" - [10:59]
4."Tutto quello che ho da dire" - [4:06]
Concetti che subito non capivi ma qualcosa dentro ti spingeva a coltivarli, a cogliere i frutti più immediati sapendo però che c'era dell'altro che doveva ancora germogliare e fiorire. E l'avrebbe fatto con il tempo e ancora lo fa oggi.
Ma era la musica a passare, a funzionare come mai si era sentito. A partire dal primo brano.
Volo magico n.1:
18 fantastici minuti di puro folk-psichedelico, aria buona che ti riempie i polmoni ed ha pure la sforza di scuotere i tuoi sensi, percuotendoti le corde nervose come i martelletti percuotono le corde del pianoforte agitati dai tasti di ebano e avorio che sembrano cedere sotto i frenetici colpi inferti loro dalle dita che ruotano impazzite nell'aria... in un finale da mozzarti il fiato.http://www.facebook.com/l.php?u=http%3A%2F%2Fit.paperblog.com%2Fclaudio-rocchi-volo-magico-n-1-80742%2F&h=b7b32j5erVOLprCtB302E87UG-Q
Giusto amore:
Giusto Amore" è un'incredibile suite lisergica, nella quale Rocchi si lascia trascinare in questa improvvisa esplosione di parole dalla magica circolarità della chitarra di Alberto Camerini, parole che nascono, prendono vita in quello studio, in quell'attimo preciso del 1971...
Un'esigenza viscerale ad esplorare maggiormente i meandri tortuosi dell'incoscienza psichica rispetto a quelli più sicuri e valorosi della razionale coscienza (anche quella di classe).
Un'esigenza viscerale ad esplorare maggiormente i meandri tortuosi dell'incoscienza psichica rispetto a quelli più sicuri e valorosi della razionale coscienza (anche quella di classe).
( http://www.facebook.com/..... recensione citata)
E per concludere:
Tutto quello che ho da dirti:
Ma non preoccupatevi, forse non ci troverete questi argomenti nella poesia di Rocchi, forse ci troverete proprio quei pensieri che state così disperatamente cercando, cedendo le proprie forze all'oblio del sonno cullati dalla voce di Claudio che ci sussurra la più bella ninna-nanna mai scritta per persone che credono di essere diventate adulte, dimenticando di essere stati bambini. "Tutto Quello Che Ho Da Dire”. (http://www.facebook.com/..... recensione citata)
P.S.Una musica che avrei ritrovato anni dopo in un disco unico, uscito guarda caso proprio nel 1971. Un disco “mitico” e “mistico” proprio come “Volo magico n.1":
BRUCE PALMER, The Cycle Is Complete.
L' autore era il bassista dei Buffalo Springfield, formazione di cui facevano parte Neal Young e Stephen Stills. Il disco trovato alla fine di ricerche matte e disperate con la copertina nera era (e fortunatamente è ancora) un:
stralunato, magnifico album lunare è nato da una session ove rock, psichedelia, jazz e suggestioni orientali si fusero spontaneamente in una lunga suite, introdotta da un oboe
(www.ondarock, sezione Pietre miliari, voce dedicata)
(www.ondarock, sezione Pietre miliari, voce dedicata)
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