venerdì 4 marzo 2011

ANCHE IN UN PICCOLO PAESE E' POSSIBILE UNA GRANDE VITA

Abbiate cura di andare nei paesi più lontani, quelli che ci vogliono mille curve per toccarli. Lì si può praticare una nuova forma di turismo, il turismo della clemenza. In questi paesi sicuramente incontrerete qualche impiegato nella più antica fabbrica del mondo, quella di passare il tempo. Ascolterete storie che non vuole sentire più nessuno, storie sicuramente più vere e più belle delle oscene vanità proposte dai soliti buffoni infilati nei palinsesti televisivi.
L’epoca impolitica ci vuole convenzionalmente disposti ad accudire le nostre cose e a lamentarci del mondo che si disfa. Invece bisogna accudire il mondo. E il nostro mondo è questo luogo. Qui deve e può accadere tutto. Bisogna spendere generosamente il proprio tempo, prendere la via della resistenza, farsi partigiani della buona vita, non virtualizzata, né omologata. Una vita che tiene insieme la muta lussuria di una rosa e la necessità di un discorso civile. La terra e l’aria, il silenzio e la luce. Non c’è bisogno di parlare di progresso, sviluppo, turismo. Piano piano qui ci si può sfilare dalla morte che accompagna l’Occidente. Le chiese, gli scalini, le logge, questo o quel sedile e il vecchio che ci sta sopra, sono cose da guardare quasi con stupore. Contemplare e agire. Guardare a lungo le nostre cose e difenderle con fervore. Le nostre erbe, il miele, la carne, le ceramiche, l’uncinetto: ogni cosa dev’essere messa nel futuro, con fiducia, con coraggio.

Il mondo è sfinito, ma in alcune persone ancora si raccoglie misteriosamente qualche forza. Sono quelle incuranti del giudizio degli altri, non desiderose di consenso, non iscritte all’agonismo della notorietà. Oggi sembra che la bellezza appartenga solo a chi ha l’umiltà di sentirsi nessuno, a chi ha la follia di non appendere i propri incontri sui tralicci del disincanto concordato.
Difficile che persone di questo tipo possano fare i sindaci, i presidi, i preti, i primari. Sembra che questi ruoli arridano più facilmente ai de- voti del conformismo, ai luminari dell’ipocrisia, ai professionisti del calcolo costi/benefici
(…) Nel mondo e quindi anche in Irpinia c’è ancora bellezza e forza. Sono energie fatte apposta per perdersi, per non essere funzionali a nulla. Sono difficili da vedere, perché volontariamente e ostinatamente si nascondono. Allora diventa fondamentale imparare ad accorgersi della bellezza che ogni tanto ci viene incontro, stanandoci dai nostri antichi nascondigli, così rassicuranti e così ammuffiti. Bisogna andare fuori a prendere aria, cercare instancabilmente spiragli, fessure, punti in cui la rete del conformismo planetario è strappata. In ogni nostra giornata, se ci pensiamo bene, è possibile rischiare qualcosa, avere il coraggio di andare a fondo piuttosto che limitarsi a galleggiare.

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