martedì 1 novembre 2011

Politica e bellezza: omaggio a Hillman.

Per uno di quei significativi segni del destino che gli sarebbero piaciuti, alla vigilia di un incontro dove si è parlato di politica e bellezza tenutosi per di più a Firenze dove aveva elaborato gran parte delle sue idee, il 27 ottobre si è spento all'età di 85 anni James Hillman.


Filosofo e psicanalista americano, allievo di Carl Gustav Jung e a lungo direttore dell'istituto di Zurigo intitolato al grande psicanalista, Hillman è noto a molti per il suo libro "Il codice dell'anima". A me piace pensarlo come l'ultimo umanista, come l'ultimo pensatore di quella scuola platonica che ebbe, nella Firenze di Lorenzo il Magnifico, il suo zenith.


"Politica della bellezza" è il titolo di un libro edito in Italia nel 1999 da
Moretti & Vitali. Un libro che consiglio di cuore di leggere. Perchè parla di politica, bellezza. E di cuore.


Ho appena riletto la prefazione chiara e che arriva al punto fin dal titolo:
"La risposta estetica come azione politica". Cosa sostiene Hillman in questa introduzione ai saggi del libro?


Ci spiega che il coniugare estetica e politica, o bellezza e città, se ai giorni nostri può sembrare un'idea azzardata, era invece il fondamento nella vita dell'antica Grecia.

Il centro del libro è questo: "il nostro senso del bello o del brutto ci porta fuori, nella polis, attivandoci politicamente". Non male vero? E continua facendoci riflettere e sorpendere (è questa la bellezza del suo pensiero) che il nostro solo fatto di accorgerci di quello che ci circonda e con cui veniamo in contatto ogni giorno, le nostre risposte positive o negative fanno sì "che veniamo coinvolti".

Il problema è che noi "siamo incosci delle nostre risposte estetiche" e che dobbiamo diventare coscienti. Come? Non soltanto diventando coscienti dei nostri sentimenti e dei nostri ricordi, come la psichiatria tradizionale impone, ma "risvegliando le nostre risposte personali al bello e al brutto".

Pensiamoci un attimo. Davanti a un edificio malcostruito, ad un cibo pessimo, a un monumento lasciato al degrado - pensiamo solo a come i nostri figli ogni giorno entrano in istituti ed in aule brutte e malcurate -  tutto questo ci condiziona e ci spinge giorno dopo giorno "ad ignorare il mondo".

Adesso lo cito direttamente:
"Questo stato di ignoranza, questa an-estesia, è in larga misura la condizione umana attuale. Ed è sostenuta e favorita dalla nostra economia, dal nostro modo d'impiegare il tempo libero, dai nostri mezzi di comunicazione e di trasporto e, naturalmente, dai nostri modi di curarci".

Se siete arrivati fin qui, adesso vi aspetta il bello e l'inatteso. La parte politica del pensiero di Hillman, quella che dovremmo pretendere che i nuovi politici (sapete a chi penso) dovrebbero assumere come bandiera.

Hillman ci dice che l'ottundimento psichico che ci circonda e che ci condiziona "favorisce la passività politica del cittadino". L'ho evidenziato perchè da questa affermazione in avanti incominciamo a capire molte cose.

Continua Hillman:
"Se noi cittadini non facciamo caso all'assalto del brutto, restiamo psichicamente ottusi, ma siamo ancora affidabilmente funzionali come lavoratori e come consumatori".


E allora quale azione politica possiamo mettere in atto per superare questa passività e funzionalità all'essere solo consumatori e lavoratori? Sapete che risposta dà Hillman: "il coraggio del cuore". Da restare fulminati, senza parole, vero?

Lascio la parola ad Hillman e invito a riflettere su quanto dice:

"Ciascuno di noi può essere un eroe del cuore, perchè questo tipo di risposta personale, per quanto semplice possa sembrare, va ancora più in profondità dele consuete proteste sui generi, sul razzismo, sull'ambientalismo. Qui non ci sono "ismi", non c'è ideologia: siamo al servizio dell'inestinguibile desiderio dei bellezza che ha l'anima".

"Sono fermamente convinto che se i cittadini si rendessero conto della loro fame di bellezza, ci sarebbe ribellione per le strade".

Ne sono convinto anch'io. Grazie James Hillman per tutto quello che hai scritto, per tutto quello che mi stai facendo capire.

2 commenti:

  1. Leggo e sottoscrivo, totalmente.
    Aggiungo un altro grande illuminato, mio concittadino, che pensava fondamentale coniugare il bello, in quel caso, all'ambiente di lavoro: Adriano Olivetti.
    Lavorare in quell'azienda anche a distanza di molti anni mi ha dato un imprinting che mi ha segnato la vita...

    ciao,
    Marco

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