sabato 30 aprile 2011

GLI INTELLETTUALI

 Ci manca. Ma per fortuna che abbiamo avuto Giorgio Gaber. Ricordate "Gli Intellettuali"?

Gli intellettuali sono razionali
lucidi, imparziali,
sempre concettuali
sono esistenziali,
molto sostanziali
sovrastrutturali e decisionali.


Gli intellettuali fanno riflessioni
elucubrazioni, autodecisioni

considerazioni piene di allusioni
allitterazioni, psicoconnessioni


Il dialogo-canzone è stato scritto nel 1972. Ventidue anni prima, nel 1951 " L'Unità" pubblicava il reportage di Italo Calvino sull'Unione Sovietica.


"Alla prima occhiata capisco subito che qui c'è una società diversa, sento la presenza di un elemento nuovo: l'uguaglianza. Non l'uniformità, sono tipi molto diversi uno dall'altra: ma l'uguaglianza"


Tu conciliante pensi. Ci può stare, in quegli anni erano in molti ad essere presi da incantamento, a considerare l'Unione Sovietica il paese dell'utoipia, etc. etc.


Ma l'intellettuale italiano è un tipo tutto di un pezzo. A distanza di quasi 30 anni da quello scritto, tu ingenuo pensi, avrà ammesso l'abbaglio. Macchè!
Così sempre lui, il Calvino nel 1979, ci butta su un bel carico:


...se sono stato stalinista (pur a modo mio) non è stato per caso. Ci sono comportamenti caratteriali di quell'epoca, che fanno parte di me stesso: non credo a niente che sia facile, rapido, spontaneo, improvvisato, approssimativo. Credo alla forza di ciò che è lento, calmo, ostinato, senza fantasmi. nè entusiasmo".


DI QUELL'EPOCA!!! Ovvero l'epoca staliniana. Da non credere ma vero. Grazie a Serena Vitale che su "Il Foglio" di oggi rende attuali queste "perle".

Ma il dolce è sempre in fondo. Per quel reportage Calvino ricevette  nel 1952 il premio Saint-Vincent!!!

Nessun commento:

Posta un commento