Ci manca. Ma per fortuna che abbiamo avuto Giorgio Gaber. Ricordate "Gli Intellettuali"?
Gli intellettuali sono razionali
lucidi, imparziali,
sempre concettuali sono esistenziali,
molto sostanziali sovrastrutturali e decisionali.
Gli intellettuali fanno riflessioni
elucubrazioni, autodecisioni
considerazioni piene di allusioni
allitterazioni, psicoconnessioni
Il dialogo-canzone è stato scritto nel 1972. Ventidue anni prima, nel 1951 " L'Unità" pubblicava il reportage di Italo Calvino sull'Unione Sovietica.
"Alla prima occhiata capisco subito che qui c'è una società diversa, sento la presenza di un elemento nuovo: l'uguaglianza. Non l'uniformità, sono tipi molto diversi uno dall'altra: ma l'uguaglianza"
Tu conciliante pensi. Ci può stare, in quegli anni erano in molti ad essere presi da incantamento, a considerare l'Unione Sovietica il paese dell'utoipia, etc. etc.
Ma l'intellettuale italiano è un tipo tutto di un pezzo. A distanza di quasi 30 anni da quello scritto, tu ingenuo pensi, avrà ammesso l'abbaglio. Macchè!
Così sempre lui, il Calvino nel 1979, ci butta su un bel carico:
...se sono stato stalinista (pur a modo mio) non è stato per caso. Ci sono comportamenti caratteriali di quell'epoca, che fanno parte di me stesso: non credo a niente che sia facile, rapido, spontaneo, improvvisato, approssimativo. Credo alla forza di ciò che è lento, calmo, ostinato, senza fantasmi. nè entusiasmo".
DI QUELL'EPOCA!!! Ovvero l'epoca staliniana. Da non credere ma vero. Grazie a Serena Vitale che su "Il Foglio" di oggi rende attuali queste "perle".
Ma il dolce è sempre in fondo. Per quel reportage Calvino ricevette nel 1952 il premio Saint-Vincent!!!
Nessun commento:
Posta un commento