sabato 16 aprile 2011

BELLEZZA CRISTIANA E BELLEZZA GRECA

Due letture ispirate e ispiranti per richiamare l'attenzione (o meglio il cuore) sulla bellezza, sulla sua presenza, sul nostro bisogno di, sulle sue manifestazioni.

Quale bellezza salverà il mondo? - Lettera Pastorale 1999-2000.
Autore: Carlo Maria Martini, biblista ed esegeta, arcivescovo di Milano dal 1979 al 2002.

La bellezza di cui parla è l'Amore crocifisso a partire dall'episodio biblico della Trasfigurazione di Gesù. E' la bellezza del dono gratuito del sè.

"La Bellezza è l'amore  crocifisso, rivelazione del cuore divino che ama. A Pasqua risplende la bellezza che salva ... e si attua quell'apertura all'oltre da sè, cui aspira il cuore umano".

Breve (52 pagine) ma intensa lettura con due punti che mi hanno colpito.

  • "Tutta questa lettera pastorale è stata vissuta prima di essere stata scritta"
    Chi oggi nella buliminia di comunicazione può dire questo? Chi si pone questo proponimento? E soprattutto lo pratica?

  • Nel chiedersi come possa la "mite bellezza del Crocifisso risorto portare salvezza a questa umanità cinica e crudele?" l'autore richiama lo scoramento che prende un pò tutti: "di fronte alla banalità del quotidiano, alle tante forme di bruttezza del vivere con l'incapacità a leggervi un richiamo a qualcosa di più grande, per cui valga la pena spendersi"
Risposta non facile e agevole dire in cosa, oggi, riusciamo a leggere "qualcosa di grande" e siamo disposti a "spenderci".


"L'anima del mondo e il pensiero del cuore" Autore: James Hillman

La bellezza di cui parla Hillman è la bellezza dei greci. E' Afrodite. E' Psiche.
La bellezza secondo Hillman è "l'anima mundi", è "la percettibilità stessa del cosmo, è il suo avere qualità tattili, tonalità, sapori".

Ancora meglio definisce bellezza "una necessità epistemologica, è il mondo in cui gli Dei toccano i nostri sensi, raggiungono il cuore, ci attirano nella vita".
Afrodite non è colei che ama, è la bellezza e il sorriso che incanta.

E l'organo che percepisce il volto delle cose è il cuore. E allora occorre ridestare il cuore, considerarlo come nel mondo antico "organo della percezione, il quale attraverso i sensi era direttamente collegato con le cose".

E la parola greca  per indicare la percezione  o sensazione era "aisthesis", "la cui radice rimanda a un inspirare a un accogliere il mondo all'interno, quel trattenere il fiato - Aha! Uh! - per la meraviglia e lo stupore".

E allora se la funzione del cuore era per gli antichi estetica, Hillman arriva ad indagare il pensiero di Marsilio Ficino e della tradizione platonica fiorentina.
Una educazione umanistica per imparare a ridestare ed educare il cuore, ad avere una coscienza delle cose.

"Restituzione dell'anima al mondo significa, per esempio, conoscere le cose nel senso espresso dall'idea di notitia: rapporto intimo, conoscenza carnale... restituire alle cose le qualità cosiddette secondarie: colori, sapori, qualità tattili".

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