sabato 4 giugno 2011

Il suono di una candela

La canzone è “The silence of a candle”, 1972 (anno di grazia per la musica). Loro sono gli “Oregon”, musicisti e musica sospesa tra Oriente ed Occidente. Il disco “Music of another present era”.

Il libro è “La fiamma di una candela” di Gaston Bachelard, edito nel 1981 da Editori Riuniti (chissà se è ancora in catalogo)

La fiamma della candela ci costringe a immaginare, a vedere come se fosse la prima volta, a vivere in un presente che è soprattutto passato. Il passato dei primi fuochi del mondo.

La fiamma della candela nei quadri è sempre presente sul tavolo del filosofo, del poeta, accanto ai libri che, scrive Bachelard, “istruiscono lentamente”. La fiamma della candela richiamava e rimandava pensieri senza misura, evocava immagini senza limiti. Questo pensiero dei libri che “istruiscono lentamente” è stupendo e ci deve obbligare a riflettere sul nostro modo moderno di “fruire” (parola orrenda) anche dei libri.

Il fuoco del camino ha bisogno di cure, mettere il ceppo giusto, creare spazio e aria, controllare: nel dare vita al fuoco nel camino compiamo tanti piccoli gesti prometeici, da cui nasce l'orgoglio di perfetto attizzatore.

La candela brucia da sola. Non ha bisogno di servitori. E' il modello di una vita delicata, apre al sogno. Ci si addormenta davanti al fuoco. Si sogna, si viaggia con la mente davanti alla fiamma di una candela.

Il sognatore di candela impara daccapo le semplicità primarie

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